PADOVA, VENEZIA, PORTO LEVANTE IN BICI

Bisognerebbe viaggiare sempre come quando si ha otto anni, quando una gita appena dietro casa sa emozionare al punto da non lasciarti dormire.

È difficile trovare quell’emozione da grandi, eppure io credo sia la ricerca di essa ciò che ci spinge al viaggio.

Probabilmente è per questo che cerchiamo mete sempre più lontane, perché l’ignoto ci fa rivivere un po’ di quell’emozione. Oggi però che tutto è vicino grazie alla tecnologia, io credo dovremmo imparare ad essere turisti proprio attorno a casa nostra, dove ormai diamo per scontato e smettiamo di guardare con gli occhi di un bimbo di otto anni.

È per questo che ho voluto fare questo viaggio ed è solo dopo averlo fatto che l’ho definito tale: in un raggio di 60km circa ho trovato, infatti, tutto lo stupore e la meraviglia che credevo avrei potuto trovare solo a migliaia di km da casa.

 

PADOVA – VENEZIA

Rimando ad altri siti la descrizione tecnica del percorso (assolutamente poco rilassanti alpronticuni tratti tra Padova e Venezia dove non solo mancava una ciclabile ma anche la banchina era molto molto stretta) e vi racconto invece che ho trovato bellissimo partire da casa mia in bici, salutare la macchina in garage, legare ben stretta la borsa al porta pacchi.

Passo tra le piazze con le signore del centro che prendono il caffè, davanti all’università coi ragazzi che ridono e in 10 minuti sono sull’argine a pedalare nel silenzio di un venerdì mattina.

Noventana con Villa Giovannelli ed ecco che a Strà incontro il mio compagno di viaggio: in due è più facile guardarsi intorno e non spingere sui pedali controllando l’orologio.

Da qui a Dolo non si sa dove guardare (oltre alla strada..perchè abbiamo corso a destra del fiume, via molto meno trafficata, ma comunque poco confortevole): le ville a cui sono abituata fin da piccola sono una continua conquista.

Dolo, facciamo pausa: sia per una seconda colazione nell’irresistibile Caffè Commerciosia per fare la tanto famosa Carta Venezia (oggi si chiama Venezia Unica City Pass) allo sportello dell’ACTV (pronta in 2 minuti con 20€ e validità 5anni). Da ora in poi i traghetti, di cui acquistiamo già le tratte, costeranno 1.50€ a tratta anziché 7,50 e la bici 1€ (in alternativa c’è un biglietto giornaliero allo stesso prezzo).

Riprendiamo il lato destro del fiume e si ricomincia a pedalare. Sono le 9.00, ma fa già caldo. La strada però è sempre piacevolmente ombreggiata e ci ritroviamo a rallentare il passo chiacchierando e guardandoci intorno. Un po’ di malinconia arriva, soprattutto a me che in quelle zone ci sono nata, guardando i segni ancora evidenti del tornado di due anni fa e lo Spazio lasciato dalla bella Villa Fini.

Oriago di Mira: fine della pacchia. Da qui in poi siamo sulla statale, senza scelta. Testa bassa e pedalata sciolta per passare la rotonda di marghera e poi via Fratelli Bandiera a Mestre e tutta quella zona così brutta che solo la Bellezza di Venezia li accanto poteva compensare.

Tronchetto: si sale in traghetto (linea 17), con le bici…tutto facile,niente di tale in teoria…a me sembra di avere otto anni, in questa barcona lenta che passa per il Canale della Giudecca. Mi sembra tutto nuovo, tutto più bello e luminoso, mi sembra di essere un turista pur essendo nata in provincia di Venezia: vorrei non aver mai visto questa città per capire quanto stupore e meraviglia possa destare in chi la vede per la prima volta nell’età della ragione.

Meno di 40 minuti dopo siamo a Lido. Da qui il viaggio assume un ritmo differente, il ritmo spensierato che si ha solo in una città di mare.

 

LINEA 11

La Linea 11 collega Lido con Pellestrina e Chioggia. Piena zeppa di gente del posto che si sposta da una parte all’altra per lavorare, è proprio come il veneziano: un po’ di terra e un po’ di mare. Il vaporetto ti lascia in testa all’isola dove c’è un autobus che ti aspetta (non volendo pedalare) e ti porta all’altro capo (12km per lido e lido112 per Pellestrina). Qui trovi un altro vaporetto per la traversata. I mezzi sono puntuali e così frequenti che non serve affannarsi non perderli.

A Lido scendiamo vicino al Planetario: mi segno in testa che ci devo tornare.

Percorriamo quest’isola assolata, ma con tanti alberi a rendere piacevole la pedalata, che si fa lenta guardando calette e pinete. Abbiamo finito l’acqua, ma ci sono delle fontanelle in cui riempire leborracce. È bello qui: mi spiace aver prenotato troppo tardi e non aver potuto dormire all’Hotel Casanova come mi era stato consigliato da Leo (il Nibbio ci aspetta domani)…ma l’estate non è ancora iniziata: ci sarà tempo

Invece, causa overbooking dell’isola per manifestazione golfistica, pedaleremo ancora fino a Chioggia. Non è assolutamente pesante ma avrei voluto godermi un po’ di più Lido.

Aspettiamo su una panchina ombreggiata il prossimo vaporetto in cui saliamo assieme ai ben 2 autobus della linea 11 e, in un attimo pieno di gente che “qui si conoscono tutti”, siamo a Pellestrina.pellestrina1

 

Ne siamo assolutamente rapiti: 12km che racchiudono un sacco di meraviglie. Varrà la pena tornarci per spenderci un pò più tempo quanto prima!

Iniziamo a chiederci da quanto siamo partiti e quanto lontani siamo da casa, perchè ieri il lavoro e tutto il resto sono molto più lontani di quanto non sembri: sono solo le 13.30 e ci rendiamo conto che la fame è tanta!

Viziati dall’orario continuato dei negozi non abbiamo pensato che sarebbe stato difficile trovare qualcosa di aperto senza cedere ad un ristorante, ma diventa divertente quando alla fine elemosiniamo crostini ad un ambulante che ha solo formaggi e sopresse (non proprio quello che ci aspettavamo su un’isola assolata e, diversamente da Lido, senza ombra).

Mangiamo in una splendida spiaggia lunga e deserta, seduti su un albero portato da qualche mareggiata: questo è il formaggio più buono del mondo.

Ancora due pedalate in quest’isola assolatissima ed immersa in un’atmosfera lontana e siamo al vaporetto: ultimo tratto di mare e poi c’è Chioggia, la piccola Venezia.

Andiamo nella pensione che abbiamo prenotato a prepararci per la favolosa cena di pesce che ci spetta…e domani si va al Nibbio!

p.s.: sono Francesca…ho rubato la tastiera a Leo…gliela ridarò tra un pò

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