Di solito, quando inizio a scrivere un articolo sul mio blog, descrivo il Polesine, le bellezze che lo circondano e le persone che ci vivono, ma questa volta voglio parlare di me e della mia avventura in questo luogo straordinario, e ahimè, dei fatti spiacevoli che hanno pericolosamente fatto vacillare la mia volontà di rimanere a Porto Levante.
Faccio qualche passetto indietro nel tempo.
Prima di mettervi piede, parliamo del 2012, concludevo un’esperienza venticinquennale in una azienda vitivinicola in Friuli.
Avevo un sogno: volevo fare del buon vino e, per realizzarlo, dedicavo tempo, entusiasmo e dedizione. Era un bellissimo mestiere. Dentro ad ogni bottiglia mettevo arte, cultura, spunti per solleticare i sensi; un lavoro che però venne duramente colpito dall’onda di quella crisi partita dagli Stati Uniti nel 2008 ed infrantasi rovinosamente anche sulle mie vigne, e ancor di più sulla mia passione nel creare il prezioso nettare.
Ma tant’è, quando il fuoco dell’entusiasmo viene a mancare, inevitabilmente si finisce a leggere i titoli di coda.
Avevo deciso di chiudere baracca e burattini, di andarmene via dall’Europa, e di riparare a Montreal, Canada, alla ricerca di un nuovo sogno.
Però si sà: il destino gira a seconda di come gira il vento. A valige quasi chiuse, mi venne proposto di mettere naso in un territorio a me totalmente sconosciuto: il Polesine. Ai miei occhi era una landa piatta e desolata, il niente a perdita d’occhio, inframezzata ogni tanto da qualche casetta colonica e lunghe righe di tamerici. Ricordo che il mio primo istinto sarebbe stato quello di girare immediatamente i tacchi e imbarcarmi per il mio volo, destinazione american dream.
Poi….
Un giorno il mio amico Alessandro ha detto”Leo monta in barca, andiamo a farci un giro per il delta del Po” .
Altro che landa desolata!
Quel territorio si è rivelato poco a poco in tanti piccoli pezzetti che sarebbero andati a formare quello che io adesso vedo: un meraviglioso mosaico che raffigura una delle più belle rappresentazioni della Natura!
Di lì a poco conobbi una distinta signora che mi propose di prendere in gestione un edificio di sua proprietà, da poco ristrutturato, e ad uso locanda.
Il buon vecchio Martin Luter King mi stava ricacciando al mittente indicandomi la strada verso la terra promessa. Ed era là, esattamente sotto ai miei piedi, in mezzo a paludi ed acquitrini che si nascondeva il mio sogno.
E così fu che negli anni successivi “the dream” è diventato una meravigliosa realtà: quella di far conoscere al mondo un piccolo paesotto diroccato nel bel mezzo del Paradiso, Porto Levante, bruttino a vedersi ma intriso di mille segreti. Per arrivare a tutto ciò è bastata una piccola ma graziosissima locanda da sei camere.
Cosa c’era di più bello se non alzarsi alla mattina con l’entusiasmo di volere costruire un sogno?
Avere una Locanda fatta a mia immagine e somiglianza, una Locanda che mi ha dato il dono di vivere 4 bellissimi anni a contatto con la natura che la circonda e con tutta quella gente che, sotto al suo tetto, ha vissuto assieme a me esperienze indimenticabili.
Locanda che il 30 Settembre dovrò lasciare.
Con profonda tristezza ho dovuto prendere atto che gli occhi miei non brillano della stessa intensità di quelli della distinta signora. Il divorzio era già stato scritto, sul mio cuore ancor prima che sulla carta.
Personalmente non credo di essere quello che si mette a cantare i requiem alla prima spallata, molto meglio un inno alla gioia, perché io a quella distinta signora devo profonda riconoscenza. Si perché, grazie lei, ho avuto modo di incontrare altra gente, ed altra ancora, e fra queste una in particolare che mi ha dato l’opportunità di continuare a vivere il mio sogno, dandomi in gestione tante altre piccole casette dove far sognare altri sognatori come me.
Ed è così che, come l’araba fenice, dalle ceneri di un sogno ne rinasce un altro, ancora più grande e luminoso, e sono sicuro che dalla sua linfa ne trarrò ancora più entusiasmo nel fare conoscere al mondo questo “piccolo grande mondo”, quell’incantevole angolo di Paradiso chiamato Polesine.
Io ho un sogno, e lo realizzerò.
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